Come trovare se stessi e cambiare vita

Cosa c’è nella tua scatola? Con questa domanda vorrei stimolare la voglia di dare finalmente la svolta alla propria vita!

Ecco alcuni passaggi utili:

Step 1: cos’è la scatola e perché aprirla

Step 2: cosa possiamo trovarci dentro?

decidere

Contenuto extra -> Metti in pratica la ricetta della Dardiz: inizia l’inventario!

 

Step 1: cos’è la scatola e perché aprirla

Ognuno di noi dalla nascita riceve un dono: la possibilità di capire perché è qui e di conseguenza regalarsi una vita il più possibile in linea alle proprie doti e capacità.

Ognuno di noi è fatto di un proprio tipo di “pasta”. Pian piano, crescendo, questi impasti prendono forma, si adattano, si aggiungono, qua è là, nuovi ingredienti. Gli strumenti usati per mescolare tutti gli elementi, le ricette, e anche alcuni ingredienti segreti sono dentro ad una scatola, che accompagna
la nostra esistenza giorno dopo giorno.

Sarebbe saggio, ad un certo punto della vita, magari mentre siamo alla guida verso la solita meta, per svolgere lo stesso lavoro allo stesso orario, soffermarsi per fare un piccolo-e-senza-pretese
punto della situazione.

Sapendo che ogni giorno feriale, per otto ore (pausa pranzo esclusa), penseremo alle palme di quell’isoletta lontana che abbiamo visto sulla rivista in sala d’aspetto dal dentista, potremmo
chiederci: che uso sto facendo del mio tempo (cioè della mia vita)?

Chi ha messo dentro alla mia scatola tutti gli ingredienti che hanno impastato la persona che sono oggi? Ma soprattutto, li ho voluti tutti io?!

Step 2: Cosa possiamo trovarci dentro?

Immaginiamo di sentire la curiosità di vedere cosa c’è dentro a questo enorme contenitore, decidiamo di aprire un lembo e…ma guarda chi si rivede!

Il mio caro vecchio nonno che per tutta la sua vita ha svolto rigoroso e obbediente il suo lavoro in una di quelle piccole attività che poi sono diventate i pilastri dell’industria metalmeccanica: che
bel punto saldo di riferimento. Sicurezza, costanza, rigore.

E là subito sotto al nonno cosa c’è? Senti un po’… chi è che continua a parlare… se non sbaglio è l’insieme delle raccomandazioni di mio padre su come deve essere una persona per bene, che vuole combinare qualcosa nella vita, che deve mettere su famiglia e farsi carico dei doveri, perché così è, ed è sempre stato; certo queste regole sono a prima vista inopinabili.

Tiro fuori il nonno e il disco rotto con la voce del babbo e vedo una serie di fotografie tutte uguali, ce ne sono un’infinità; ma guarda un po’… il soggetto sono sempre io che non leggo un libro: qui perché devo chiamare un’ amica, qui perché devo assolutamente portare fuori la spazzatura (mamma lo diceva sempre che, se si ha un attimo libero, la prima cosa a cui pensare è l’igiene in casa) e qui….no ok, è ovvio! L’intenzione c’era ma poi mi ha squillato il telefono e allora sono uscita per l’aperitivo!

E così via, tra credenze familiari, cattive abitudini e strade imboccate già da qualche tempo, dalla scatola escono talmente tante cose che quasi non si capiva come potevano starci tutte dentro.

Step 3: decidere

Bene, ora che la curiosità è scemata, è tempo di riordinare!!

Quante sono realmente le cose necessarie per farmi avvicinare a ciò che sono veramente? Un momento, ma chi sono veramente? Sono forse il rigore del nonno? O magari le parole di mio padre che talvolta escono dalla mia bocca senza che me ne renda conto?

Non mi rivedo molto nemmeno in tutte quelle foto in cui non faccio le cose che mi riprometto di fare, perché vedendomi mentre cerco ogni scusa per mantenere cattive abitudini, mi prenderei a calci.

Ma allora perché portarmi dietro un pesantissimo inutile limitante fardello?!

Ed è proprio in questo momento che l’inventario ha inizio.
In un baule, proprio come quelli che restano in soffitta per anni, mettiamo le cose che finora ci hanno fatto andare avanti, anche se non proprio nel senso di marcia che avremmo desiderato noi!

Non le buttiamo via, proprio perché sono stati dei pilastri e da loro abbiamo imparato molto. Li spostiamo soltanto, per fare spazio.
Guardando ciò che rimane nella scatola scopriremo cos’è autenticamente parte di noi. Osservando il vuoto lasciato dalle cose che ora sono nel baule, possiamo immaginare cosa può
prendere il loro posto, ma questa volta, lo scegliamo noi.

Come diceva il buon vecchio Immanuel Kant, per raggiungere la maturità bisogna imparare a pensare con la propria testa! La maturità intesa come una virtù, tradotta nel coraggio di scegliere
da sé, di dire di no, di soffermarsi e prendersi il proprio tempo, riuscire a tornare indietro per ricominciare, tessere la tela di un vestito su misura solo per noi!

Contenuto extra -> Metti in pratica la ricetta della Dardiz: inizia l’inventario!

Trova un momento tranquillo.
Fai un paio di respiri profondi o bevi un bicchiere d’acqua; questo ti permetterà di ricontattare te stesso.
Non giudicarti, lasciati andare. È solo un’immaginazione, una fantasia!

Chiudi gli occhi e immagina di avere la tua scatola, con tutto ciò che sei oggi: l’educazione che hai ricevuto, i valori, le abitudini, il lavoro, amici, famiglia, frasi ricorrenti. Tutto! Poi:

1. Fai un elenco di tutto ciò che trovi nella scatola.
2. Dai un punteggio da 1 a 10 ad ogni cosa: 1 equivale a “non lo sento mio” o “per nulla soddisfacente” e 10 è “totalmente mio” o “totalmente soddisfacente”.
3. Togli dalla scatola le cose con il punteggio basso e riponile, ringraziando per ciò a cui ti sono servite, in un baule che poi chiuderai. Osserva cosa rimane.
4. Osserva cosa rimane e immagina poi di mettere quello che desideri tu nella scatola di te, per essere te stesso e cambiare vita.
5. Infine rifletti su cosa farai per cambiare davvero e su cosa potrebbe impedirtelo.

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *